Intervento di don Luciano Meddi
al Convegno diocesano Livorno
(21 marzo 2015)
Perchè portare il Vangelo nella\della famiglia? E come?
Dire famiglia è dire coppia, compito e relazione genitori-figli, crescita dei figli. Evangelizzare significa testimoniare l’amore di Dio, proporre la conversione alla fede di Gesù, accompagnare l’inserimento nella chiesa e nella sua missione nella loro storia, nel loro compito vitale, attraverso le loro energie.
C’è bisogno di portare il Vangelo nella famiglia perché la cultura post-moderna non ha risolto la fatica della relazione di coppia e di servizio alla vita; le politiche sociali non stanno aiutando la famiglia; molti adulti si sono allontanati dalla chiesa; la socializzazione cristiana ha perso il catecumenato sociale
La comunità esce, converte la tradizionale pastorale di accoglienza in parrocchia, e si fa vicina alla famiglia. Farsi compagni, accompagnare, significa: entrare in relazione, sostenere il compito familiare (della coppia e verso i figli); proporre il Vangelo di Gesù: l’annuncio del regno, la misericordia; accompagna la crescita della famiglia nelle competenze umane; celebrare i momenti di passaggio nella fede, nella vita quotidiana, dell’esistenza umana; abilitare al ruolo di soggetto pastorale [cf. EG 24].
La comunità incontra la famiglia così come è. Ha una idea di famiglia ma si rivolge ad ogni forma di condivisione e di coppia. Incontriamo la famiglia tradizionale, conviventi, divorziati, convivenze omosessuali. Ma sociologicamente hanno tutte la stessa dinamica: desiderio di convivenza e di relazione di aiuto. Questi desideri sono le energie da evangelizzare, sostenere, purificare e a cui rivolgere la proposta cristiana